Costruire quartieri sostenibili si può: l’esempio di Kopenhagen.
Per parlare di Kopenhagen vi vorrebbe più di un post. La capitale della Danimarca si è data degli obiettivi importanti da raggiungere: ridurre del 20% le emissioni di CO2 dal 2005 al 2015 e diventare entro il 2025 la prima capitale a bilancio neutro in tali emissioni.
Copenhagen propone una sostenibilità a larga scala, che parte dagli strumenti architettonici per i singoli edifici (ridurre la produzione di anidride carbonica, studiando forme innovative di eco-sostenibilità, ricercando corretto soleggiamento, utilizzando tecnologie passive e attingendo direttamente a fonti rinnovabili d’energia) per giungere alle strategie urbane.
Oggi vorremmo porre l’attenzione su un quartiere nato sostituendo insediamenti industriali ed attrezzature portuali dismesse: Nordhaven.
Si tratta di un intervento che ridisegnerà il profilo della città: Nordhaven è sistuato a nord della capitale ed è il risultato di un concorso di progettazione bandito nel 2008 a cui hanno partecipato più di 180 professionisti in cui si richiedeva la progettazione di uno spazio di 200 ettari per la redidenza di 40.000 abitanti e 40.000 dipendenti.
Ma di tutto questo parleremo nel prossimo post.
Stoccolma eletta capitale verde del 2010.
Stoccolma è stata eletta capitale verde del 2010, perchè ha diminuito le emissioni di anidride carbonica del 25% per abitante dal 1990 e ha come traguardo di essere totalmente indipendente da fonti di energia fossile entro il 2050.
Oggi mi volevo soffermare sull’ecoquartiere di Hammarby, che dista solo 20 minuti di autobus da Stoccolma.
Il progetto per il quartiere di Hammarby nasce come riqualificazione di un’area industriale ormai in disususo ai margini dalla capitale.
Il progetto si poneva degli obiettivi ambiziosi:
- la riduzione del 50% dell’impatto ambientale dei nuovi edifici rispetto alle costruzioni attuali;
- la riduzione al minimo del consumo totale di energia e al consumo di acqua pulita, per mezzo di sistemi fotovoltaici, pannelli solari, tetti verdi, impianti di riciclaggio dell’acqua;
- l’utilizzo di materiali edilizi rinnovabili e riciclabili, contenenti una quantità minima di sostanze nocive sia alla salute ambientale che pubblica;
- la bonifica del suolo di tutta l’area e il risanamento del lago;
- la riduzione dei trasporti.
Ad oggi possiamo dire che le previsioni sono state rispettate e Hammarby è un valido esempio di quartiere sostenibile.
Si tratta di un microcosmo in cui tutto è stato studiato per ridurre l’impatto ambientale e rendere il quartiere autosufficiente dal punto di vista energetico. Tecnologie per il trattamento delle acque ed energia elettrica, calore e biogas, prodotti da fonti rinnovabili e dal riuso dei rifiuti umidi, garantiscono il risparmio e il recupero di energia per altri usi compatibili.
Ma la vera particolarità di questo nuovo quartiere è rappresentata dal sistema di riciclaggio creato per convertire ogni rifiuto prodotto dagli abitanti in energia pulita pronta da utilizzare. Tutti gli scarichi domestici sono convogliati in enormi cisterne nel sottosuolo dove, attraverso opportuni trattamenti, i liquami formano biogas immediatamente riutilizzato nelle cucine dei medesimi edifici, mentre i residui solidi vengono successivamente prelevati e trasformati in concime. Metà degli appartamenti di Hammarby Sjöstad sono dotati di questo tipo di cucine a gas.
Anche i rifiuti, opportunamente separati, vengono raccolti in cisterne sotterranee svuotate da enormi aspiratori e avviati al riciclaggio (evitando così antiestetici cassonetti e minimizzando i costi della raccolta). I rifiuti non riciclabili sono invece trasportati nel locale inceneritore. La loro combustione produce calore sufficiente a coprire il 47% del riscaldamento domestico. Il restante 50% viene fornito dalla combustione di olio biologico (16%) e dall’energia idrica prodotta dalle acque di scarico (34%). L’energia elettrica proviene invece da pannelli solari posti sui tetti degli edifici, in grado di garantire l’illuminazione degli spazi comuni e metà del fabbisogno di acqua calda per uso domestico. Hammarby Sjöstad dispone insomma di un sistema di riciclaggio a circuito chiuso, in cui gli abitanti “contribuiscono” fino al 50 per cento dell’energia necessaria semplicemente producendo rifiuti, mente il restante 50 per cento deriva da altre fonti pulite: pannelli solari, centrali idriche e eoliche.
Gli edifici includono sistemi per la raccolta di acqua piovana oltre ad un sofisticato sistema di raccolta di rifiuti. Anche l’illuminazione pubblica è ad energia solare mentre i liquami prodotti dalle aziende agricole limitrofe viene trasformato per diventare gas e combustibile per fornelli, autobus e autovetture. I fanghi prodotti servono da fertilizzante per gli orti e la foresta da cui è stato preso il legname per riscaldare ulteriormente le case. Queste sono state realizzate orientandole in modo da massimizzare la luce naturale all’interno e attraverso i spazi pubblici esterni come i parchi e i sentieri. Il piano di sviluppo comprende una chiesa, 2 scuole, asili nido, un pronto intervento, una biblioteca, centro sportiva e piste da sci. E’ stato inaugurato da 4 anni e da allora si è dimostrato così popolare che i prezzi sono raddoppiati.
Inauguriamo oggi una nuova parte del portale: la sezione VIAGGI!
agosto 3, 2010 by anto
Filed under In evidenza, Viaggi
Ho sempre pensato che l’architettura non potesse essere solo quella vista su libri e riviste e che per capirne davvero l’essenza era necessario vedere dal vivo le cose. E’ una cosa che ho fatto fin dai tempi dell’università…ricordo ancora i viaggi in giro per l’Italia per studiare tutte le opere previste dal programma di storia di architettura 2!
Tutto questo per dire che non ci vogliamo limitare a parlare di architettura sostenibile, ma vogliamo anche proporvi delle mete per vedere degli esempi concreti. E quale miglior periodo della pausa estiva per partire per un bel viaggio in cui unire architettura e relax?
Visto che siamo pugliesi e che la maggior parte delle visite di questo portale provengono da questa regione, abbiamo pensato di selezionare le destinazioni in base ai voli aerei che collegano la Puglia con le principali destinazioni europee. Per fortuna la Ryanair (la mia compagnia aerea preferita in assoluto!) ha attivato da qualche anno molti voli sia dall’areoporto di Bari che da quello di Brindisi.
La destinazione di cui vi vogliamo parlare oggi è VALENCIA. Un volo della Ryanair collega la città spagnola con il capoluogo pugliese tre volte a settimana con prezzi davvero interessanti (se si prenota con un pò di anticipo).
Valencia è la citta dell’architetto SANTIAGO CATATRAVA che con la ridisegnato parte della città nel progetto della Città della Scienza. Il letto del fiume che in passato attraversava la città (dopo l’ultima inondazione degli anni 60, il fiume è stato fatto deviare) ospita adesso tutta una serie di attività culturali e di servizio.
Ma non sono solo le opere di Calatrava ad aver attivato la nostra attenzione. Abbiamo scelto questa città per un interessante progetto urbanistico: il quartiere sostenibile di SOCIOPOLIS.
Sociopolis comprende quasi 3.000 abitazioni, di cui 650 destinate all’affitto: s’innesterà sul tracciato di antiche aziende agricole comprese nella campagna e, per fornire acqua agli abitanti del quartiere, sfrutterà i canali di irrigazione scavati dai Mori più di 800 anni fa.
Gli edifici residenziali, ideati da un consistente gruppo di architetti e studi internazionali, coordinati da Vicente Guallart, saranno affiancati da spazi per lo sport (campo da calcio, pista per atletica e pattinaggio) e per la socializzazione (centri dedicati ai giovani, laboratori artistici, asilo nido). Inoltre, gli stessi abitanti del quartiere potranno curare gli “orti urbani” ricavati parcellizzando il terreno agricolo compreso nell’area dell’insediamento.
http://www.youtube.com/watch?v=CwtHH5DGhVQ&feature=related
Il quartiere è attualmente in costruzione e dovrebbe essere terminato nel 2011. Si potrebbe pensare di organizzare un viaggetto per la prossima estate, no?