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Dal 1° gennaio 2014 scatta l’obbligo dell’aggiornamento professionale.

dicembre 25, 2013 by anto  
Filed under News

Image courtesy of Anusorn P nachol at FreeDigitalPhotos.net

La fine del mese di dicembre è  di solito il momento in cui ci si ferma a fare bilanci dell’anno anno che è appena trascorso ed a pianificare nuovi obiettivi per quello a venire. Per l’anno nuovo, per il 2014, noi architetti dovremo pensare anche a come assolvere ad un nuovo obbligo formativo.

La normativa prevede il raggiungimento di 90 crediti nell’arco di tre anni. Per il primo triennio (dal 2014 al 2016) vige una fase transitoria che prevede solo 60 crediti.

Un CFP (credito formativo professionale) equivale  ad un’ora. Quindi in totale l’impegno che viene richiesto al professionista non è elevato. Ci sono però delle cose da sapere nel dettaglio:

- L’aggiornamento professionale dovrà riguardare delle tematiche precise ed in particolare:
1. architettura, paesaggio, design, tecnologia;
2. gestione della professione;
3. norme professionali e deontologiche;
4. sostenibilità;
5. storia, restauro e conservazione;
6. strumenti, conoscenza e comunicazione;
7. urbanistica, ambiente e pianificazione nel governo del territorio

- Le ore vanno spalmate nel triennio. Non abbiate l’illusione di potervela cavare con un corso all’anno! Ma si può andare a  credito dell’anno successivo solo di 10 crediti all’anno. Quindi se avete maturato ore in più, andranno purtroppo perse.

- Ogni anno dovete maturare almeno 20 crediti, 4 dei quali dovranno pervenire da formazione inerente la deontologia ed i compensi professionali.

- Master e dottorati di ricerca valgono solo 10 crediti all’anno.

Per capire come funziona nel dettaglio, guardate la tabella sottostante, estrapolata delle linee guida sull’aggiornamento professionale emanate dal ministero.

Se l’obiettivo è solo quello di rispondere all’obbligo formativo, la cosa più intelligente da fare è quella di frequentare corsi fino a 20 ore e seminari o convegni. Lascia un pò spiazzati notare che master e dottorati non siano penalizzati da questo calcolo!
Mi viene da pensare ai corsi per certificatore di sostenibilità ambientale che si stanno tenendo in questi mesi in Puglia per l’accreditamento regionale. Come si fa a spiegare ad un professionista che trascorrerà 80 ore al corso, che maturerà solo 20 crediti?
Non che io non sia d’accordo con l’aggiornamento professionale, anzi! Ma quando diventa un obbligo, si trova sempre un modo per speculare. Basti pensare a quello che  è successo per i corsi sulla sicurezza per le imprese!
Ma come si procederà concretamente all’aggiornamento? A febbraio di ogni anno, il professionista dovrà inviare al proprio ordine di appartenenza tutta la documentazione attestante l’avvenuta formazione.
Gli Ordini provvederanno ad inserire il professionista in un elenco nazionale dei tecnici in norma con l’aggiornamento.

Del freddo, delle case e altre storie israeliane.

dicembre 16, 2013 by anto  
Filed under Dottorato, Viaggi

In questi ultimi giorni ha fatto particolarmente freddo in Israele. Si capisce facilmente che questa nazione non è preparata ad affrontare un clima rigido e sono bastati 40 cm di neve nell’entroterra per creare una situazione di paralisi generale: strade chiuse (era impossibile raggiungere Gerusalemme), treni fermi, gente bloccata che non sapeva come rientrare a casa, famiglie senza corrente, per un pò hanno chiuso anche l’aeroporto internazionale di Ben Gurion a Tel Aviv.

Ho sofferto il freddo anche io. Non ero preparata ad un abbassamento delle temperature così repentino: 10 giorni fa ero stata a Gerusalemme solo con una maglia di cotone ed adesso servirebbe una giacca termica.
A proposito di Gerusalemme, avete presente quella sparuta vegetazione che c’è in alcuni punti del muro del pianto? L’altro giorno ho guardato bene ed ho avuto la chiara impressione che si tratti di piante di capperi. Non so se qualcuno altro l’ha notato e può confermare.

Tornando all’argomento del freddo, ho capito che l’ho sofferto così tanto perchè le case non sono progettate per un clima rigido. La prima cosa da dire è che non ci sono termosifoni. Fino ad ora non ne ho mai visto uno! In compenso ogni camera ha il suo split che funziona come aria condizionata per la maggior parte dell’anno e come riscaldamento solo nei pochi casi eccezionali.
Quindi il riscaldamento funziona a corrente, immaginate come saranno state quelle famiglie che erano senza elettricità!

Nonostante la presenza di sole quasi constante durante tutto l’anno, non ho visto molti pannelli fotovoltaici installati sui tetti delle abitazioni. Mentre molto diffusi sono i pannelli solari per l’acqua calda: spiccano dai tetti piani con i loro boiler d’acqua disposti in verticale.

Altra cosa che colpisce delle abitazioni locali è l’uso dei trissim. Non so bene come tradurre questo termine. Sono tipo persiane con lamelle orientabili. In molti casi vengono usate per chiudere abusivamente gli spazi dei balconi. Queste persiane, che possono anche scorrere le une sulle altre, permettono di schermare gli edifici dal sole, ma consentono contemporaneamente  la ventilazione. Ho visto moltissimi edifici del anni 30, che fanno parte dei sito Unesco, con i balconi chiusi in questo modo! Ma dello stato di conservazione degli edifici Unesco parliamo nel prossimo post!